MOSTRA COLLETTIVA ‘ANTITESI’
a cura di Alessandro Ciappi
SESTO FIORENTINO. (9.11.2017/13.11.2017)

Tutto il mondo visibile e invisibile che ci circonda sembra dividersi di una serie infinita di forze contrapposte, che si armonizzano in delicati equilibri fin dall’inizio del tempo. Si mescolano, si scontrano e di nuovo trovano una forma di equilibrio, in un continuo alternarsi di forze ed energie potenti che regolano la vita secondo leggi universali. Ogni cosa si basa su questa alternanza, l’una non esisterebbe senza il suo contrario, l’essere e il non-essere si equilibrano reciprocamente da sempre. Il difficile e il facile si definiscono a vicenda, l’alto e il basso si misurano a vicenda, la voce e il suono si mescolano in un’armonia che dà vita a tutte le cose del reale. Proprio su questo affascinante concetto di antitesi, così vicino e quotidiano per ognuno di noi, gli artisti dell’Associazione ‘Artisti Fiesolani’ sono stati invitati a riflettere. Le suggestioni che ne sono scaturite hanno condotto a una ricca serie di dualismi, capaci di confrontarsi con i principi ancestrali che regolano il mondo. Con grande semplicità e originalità sono stati in grado di produrre numerosissimi esempi di antitesi. Interiorità contrapposta a esteriorità. Dar voce al grido di dolore straziante della madre, che tiene tra le braccia il figlio deposto o trattenere ogni emozione in un’espressine composta? Penso a Italo Calvino, implodere “[…] soffocando nel profondo dell’anima i conflitti che l’agitano scompostamente” o esplodere, senza celare l’emozione, lasciarla andare senza freno? Uno sguardo attonito, un’apparente impassibilità del viso tradisce una frantumazione interiore, un dolore troppo profondo per essere esternato, chiuso in un’intensità silenziosa, drammatica. Vicinanza e lontananza, portano con sé una complessità di dualismi. In una sola opera si racchiudono numerosi contrasti. Il principio femminile e quello maschile si manifestano in un ritratto di uomo e donna, uniti, complici, in una campagna estiva e soleggiata, calda. Davanti a loro una coppa con tanti fiori a simboleggiare la ricchezza, l’abbondanza, forse la speranza di prosperità e fertilità che può nascere dall’unione dei due principi. La serenità, il tepore e la vibrante emozione che caratterizza la vicinanza, si raffredda improvvisamente nell’opera contrapposta. La lontananza dei due si espande nel paesaggio naturale, sembra un’altra stagione. Anche la luce appare diversa. Il tepore estivo si sostituisce a un’ombra più fredda, forse della sera che si avvicina. Tantissime sono le riflessioni che scaturiscono guardando i lavori presentati in questa particolare mostra collettiva in cui ogni artista, attraverso una coppia di opere si confronta con tematiche profonde. Il sinuoso snodarsi di rami contorti e la trama ordinata di alberi verticali ci ricorda la continua presenza dell’antitesi nelle forme della natura. Tutti gli opposti sono complementari tra loro, l’uno non può fare a meno dell’altro, e l’uno determina lo stato dell’altro in un dinamico rapporto di scambio e trasformazione. Che senso avrebbe parlare della luce se non esistesse il buio? Tutto questo vitale alternarsi degli elementi appare straordinariamente espresso attraverso le opere dei nostri artisti. Credo che non siano necessarie troppe parole, troppi commenti o troppi suggerimenti per la loro lettura, perché in fondo esse si esprimono da sole e soprattutto perché credo nella magia che avviene ogni volta che un essere umano si trova di fronte a un’espressione d’arte: crea un legame del tutto personale e assolutamente unico con essa. Dando un ultimo sguardo intorno ci si può imbattere in nuovi poetici dualismi: le partenze e gli arrivi nel via vai di una stazione, ma anche l’universale andare e venire espresso attraverso uno scambio di sguardi complice tra un nonno e la sua nipotina ci parla del ciclo infinito di nascita e rinascita. Un saluto tenerissimo e carico di emozione, che si potrebbe definire un incontro tra un autunno e una primavera nel cerchio della vita. La vita e la morte, le diverse prospettive, le diverse stagioni, la terra fredda innevata contrapposta all’erba calda al ritorno di una nuova estate, in un paesaggio silenzioso e quieto. Tutto questo, e molto altro ancora, si alterna all’interno della mostra, così come all’interno della vita, in un susseguirsi vorticoso che celebra il dono e il mistero dell’esistenza, nella sua eterna antitesi che dà forma armoniosa al tutto.

Carlotta Neugebauer