Filippo Cianfanelli è nato nel 1959 a Firenze, città dove vive e lavora.  Fino dall’adolescenza si è dedicato al disegno e alla pittura frequentando l’ambiente artistico fiorentino grazie alla guida del padre Folco, disegnatore e pittore figurativo. Dopo aver conseguito numerosi premi in concorsi cittadini e nazionali riservati ai giovani, iniziò ad esporre i suoi disegni a sanguigna e a pastello in importanti gallerie insieme al padre già all’età di quattordici anni. Durante gli studi di Medicina vi fu una pausa durante la quale si dedicò ad approfondire la tecnica della pittura ad olio. Per alcuni anniCianfanelli ha solo dipinto solo  in modo saltuario in quanto l’attività professionale di medico specialista gli occupava quasi tutto il tempo. Solo dopo la morte del padre, all’inizio degli anni novanta, su consiglio di Tommaso Paloscia, decise finalmente di esporre le sue opere più recenti in una personale presso la Galleria Mentana a Firenze ottenendo grande successo di pubblico e critica. Da allora le sue personali si sono susseguite con cadenza quasi annuale.  Molte collettive lo hanno visto partecipare insieme agli artisti del Gruppo Donatello o dell’Antica Compagnia del Paiolo, sodalizi dei quali Cianfanelli fa parte. Sue opere si trovano in molte raccolte pubbliche e private. Dopo un corso presso il maestro Stefano Callossi, Cianfanelli si è dedicatoanche all’antica tecnica dell’affresco. Una sua opera raffigurante San Camillo De Lellis si trova nella Cappella del Santissimo della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze. Su imitazione del padre Folco, Cianfanelli ha voluto riprendere a disegnare utilizzando l’antica Flo-Master, la prima penna a feltro, per fermare sulla carta scorci della nostra città spesso poco noti agli stessi fiorentini. Inoccasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione con questa tecnica su invito di Eugenio Giani ha realizzato una serie di disegni dedicati a quel triste evento che ha presentato presso il Palazzo del Pegaso sede del consiglio Regionale della Toscana. Da queste opere è stata realizzata una serie di dodici litografie numerate, con presentazione di Luciano Artusi, dal titolo “Omaggio a Firenze a 50 anni dall’alluvione”. 

Nel 2015, dopo un viaggio in Giappone, Cianfanelli si innamorò della ceramica orientale e decise di riprendere la lavorazione dell’argilla che già aveva appreso al tempo della scuola media. Sua prima insegnante fu la ceramista fiorentina Elisabetta Cialli nel cui studio ripartì dai rudimenti della tecnica di modellazione fino a giungere a sperimentare nuove tecniche di decoro e smaltatura cercando inutilmente di raggiungere la raffinatezza della sua insegnante. Rimase però affascinato dalla possibilità di creare nuove tonalità di argilla colorata e proprio alla ricerca di nuovi spunti in questo campo decise di tornare in Giappone per ammirare nuove opere e conoscere importanti maestri ceramisti.  Questa tecnica di lavorare con le argille colorate, realizzate grazie alle conoscenze dei pigmenti e degli ossidi, in Giappone è chiamata Nerikomi e permette di ottenere opere policrome sempre uniche senza dover decorare né usare smalti colorati

Nel suo studio di Firenze, quasi una bottega di alchimista, Cianfanelli sperimenta ogni giorno nuove nuances di colore per ottenere sempre nuovi effetti. Una sua specialità è divenuta nel tempo la finitura di questi pezzi con la tecnica del lustro, molto apprezzata dai suoi estimatori. Nel forno elettrico dello studio il pezzo realizzato con l’impasto colorato subisce una prima cottura a 1020 gradi, una successiva a 980 gradi con la cristallina lucida ed un trattamento a 730 gradi per ottenere l’effetto lustro finale. 

Dopo aver aperto il suo studio Cianfanelli ha frequentato un corso di modellazione al tornio della ceramista giapponese Umi Amanuma dove ha appreso anche approfondimenti delle tecniche di smaltatura e soprattutto la tecnica Kintsugi. Questo termine indica la riparazione dei pezzi ceramici con resine e oro zecchino. Una tecnica che ha anche un significato psicologico in quanto la riparazione dopo una rottura permette di ottenere un risultato finale più prezioso dell’originale dove le linee di frattura vengono esaltate, anziché nascoste, come avviene dopo un trauma che, una volta superato, rende l’anima più forte e più matura di prima!

Cianfanelli ha avuto occasione di frequentare anche il Ceramista Bruno Gambone che rimase molto colpito dai suoi lavori, purtroppo l’improvvisa morte nel maestro non ha permesso di continuare il rapporto.  

In Giappone Cianfanelli era rimasto affascinato dalla tecnica Raku dove terra, acqua e fuoco si mescolano per ottenere opere dalle lucenti sfumature metalliche impreziosite dai toni scuri dati dall’esposizione del pezzo, appena estratto dal forno a 920 gradi,  ad un fuoco di segatura e successivamente ad un bagno in acqua fredda per realizzare l’effetto craquelet. Sua maestra per questa tecnica è stata la ceramista argentina Beatriz Irene Scotti che da decenni lavora a Montelupo Fiorentino.  La frequentazione della Scotti gli ha permesso di ottenere raffinati pezzi in tecnica Raku tanto da decidere di acquistare un proprio forno e tenerlo in permanenza nello studio della sua insegnante.  Nel frattempo grazie a BeatrizIrene Scotti ha ampliato le sue conoscenze in molte tecniche di decorazione grazie ai preziosi consigli della sua insegnante in ogni campo della ceramica.  La Scotti infatti, dopo aver ottenuto il titolo di Professoressa di Ceramica Artistica” in Argentina ha insegnato a lungo presso la Scuola di Ceramica di Montelupo oltre ad aver collaborato con la Colorobbia.  Nel suo recente libro “Ceramica Contemporanea” la Scotti ha voluto pubblicare le foto di alcune opere di Cianfanelli relative alla tecnica Nerikomi e Mishima.